I rischi della sovraesposizione agli schermi nei bambini piccoli, il parere del pediatra

I rischi della sovraesposizione agli schermi nei bambini piccoli, il parere del pediatra

31.07.23

Il tema bambini e schermi è molto caldo e dibattuto. Capire come introdurre, regolare e gestire i dispositivi digitali nella vita dei figli è sicuramente una delle sfide che gli adulti si trovano ad affrontare. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di limitare il più possibile l’uso degli schermi per i bambini al di sotto dei 5 anni, eppure questi sono sempre più esposti alla tecnologia fin da piccolissimi.

Gli esperti sono quasi tutti concordi nell’affermare che prima dei 3 anni un bimbo non abbia alcun bisogno di utilizzare schermi, ma piuttosto di sviluppare competenze interagendo con l’ambiente attraverso esperienze sensoriali che utilizzino tutti e cinque i sensi. Abbiamo cercato di capire con l’aiuto di una pediatra, la dottoressa Valentina Paolucci, conosciuta in rete come la @ladottoressadeibambini, quali siano davvero i rischi dal punto di vista medico dell’over screen time, termine coniato proprio per indicare la sovraesposizione agli schermi luminosi, in particolare sui piccoli sotto i 3-5 anni.

Gli schermi e il rischio di dipendenza

L’uso di tablet, videogiochi e telefonini “promuove innanzitutto uno stile di vita sedentario, perché tutte le ore passate davanti a un video sono tolte all’attività fisica, fondamentale per il sano sviluppo di un bambino”, afferma la dottoressa Paolucci, ed è noto che mentre si guarda la televisione o si gioca ai videogame si è più tentati al consumo di junk food, deleterio per la salute dei più piccoli. “Come molti genitori potranno confermare poi, i dispositivi elettronici provocano dipendenza. È facile notare nei bambini reazioni emotive alterate mentre stanno giocando ai videogiochi o quando sono costretti a interrompersi”, aggiunge la dottoressa.

Sovraesposizione agli schermi e ritardi nello sviluppo del linguaggio

Ma è anche sul piano cognitivo che la sovraesposizione agli schermi fa sentire i suoi effetti, dal momento che spesso toglie spazio ad altre attività importanti per stimolare lo sviluppo del linguaggio. “Con gli schermi vengono meno alcune importanti stimolazioni del cervello, il bambino che utilizza regolarmente il tablet in modo passivo, per tante ore alla settimana, avrà probabilmente meno proprietà di linguaggio, meno capacità di elaborazione del discorso e di immaginazione rispetto a un altro ragazzino abituato alla lettura e all’ascolto”, dice Paolucci.

L’abitudine all’ascolto è di importanza fondamentale per i più piccoli, basti pensare che la Medical Academy of Pediatric ha incluso la promozione della lettura fra i compiti dei pediatri. La Dottoressa Valentina Paolucci concorda pienamente, infatti da sempre ai suoi follower su Instagram suggerisce titoli appropriati a seconda delle fasi della vita dei bambini. “Sono state fatte delle risonanze in bambini in età prescolare per indagare l’attività cerebrale ed è risultato che l’attività neuronale a livello dell’emisfero sinistro del cervello, sede dell’elaborazione del linguaggio, nel momento in cui il bambino è sottoposto all’ascolto di letture risulta maggiore. Questo si traduce nella capacità di creare immagini per comprendere quello che viene raccontato.”

Non esiste dunque migliore attività dell’ascolto per gettare le basi per la vita scolastica futura, dove sarà necessario essere capaci di apprendere ciò che viene spiegato.

Schermi e rischi dal punto di vista oculistico

Altra preoccupazione diffusa è che l’uso eccessivo di schermi e device possa, alla lunga, causare problemi di vista al bambino. La pediatra conferma che esistono dei rischi dal punto di vista oculistico, rischi che vanno dal banale bruciore, secchezza oculare e cefalea, fino all’astenopia, cioè la sindrome dell’occhio stanco.

“Si tratta di un occhio che non è abituato a guardare punti all’orizzonte dove la muscolatura a lungo andare si atrofizza. Inoltre, è stato dimostrato un aumento del rischio di sviluppare miopia nei piccoli che passano molte ore davanti al video”.

I disturbi del sonno legati all’over screen time

I disturbi più evidenti legati all’utilizzo smodato degli schermi sono quelli legati al sonno. Come ci ricorda la dottoressa dei bambini è ormai scientificamente provato che la luce degli schermi elettronici riesce a stimolare i centri all’interno del nostro cervello che si occupano del ritmo sonno-veglia, producendo delle alterazioni importanti sia sull’addormentamento sia sulla qualità del sonno”.

Ascoltare la classica fiaba della buonanotte o una ninna nanna resta il modo migliore per prepararsi a sonni tranquilli, guardare un video invece può avere un effetto eccitante sui piccoli e sarebbe meglio evitare.

Le alternative agli schermi

Molto spesso tablet, telefonini e videogames sono utilizzati dai genitori per intrattenere i bimbi quando non è possibile giocare insieme a loro, pensiamo allo smart working, durante un viaggio in macchina, al ristorante o in altre situazioni quotidiane. Abbiamo chiesto alla dottoressa dei bambini di consigliare alcune valide alternative di gioco che i piccoli possano svolgere in relativa autonomia.

Il gioco destrutturato è il consiglio di elezione. “Un gioco destrutturato è un’attività dove non si propone al bambino il gioco spiegando come fare, ma si fornisce del materiale lasciandolo libero di interpretare”. Fino a 2 anni si possono proporre semplici giochi sensoriali, come il famoso cestino dei tesori, riempito con svariati oggetti come pigne, palline, piume, spugne, gomitoli di lana, per far scoprire al piccolo le diverse sensazioni tattili, ma anche per fargli sentire il profumo, vedere i colori e ascoltare eventuali suoni, senza l’intervento degli adulti.

Anche i giochi di manipolazione sono perfetti per i bambini in età prescolare: plastilina, costruzioni ecc. “La chiave per attirare l’attenzione del bambino, che a quest’età è bassissima (il gioco autonomo nel bambino è in media di 2 minuti per anno di età), è variare spesso le proposte di gioco, facendo proprio sparire dei giochi per un periodo di tempo”. L’idea della dottoressa è quella di creare una vera e propria valigia dei giochi, alternativa ai devices elettronici, da riempire con libretti, pupazzi e giocattoli preferiti, da tenere sempre a portata di mano e da aprire nei momenti di necessità.

Il raccontastorie FABA trova sicuramente un posto d’onore nella valigia dei giochi alternativa agli schermi, perché studiato apposta per intrattenere i piccoli in modo sicuro e autonomo, favorire la capacità di immaginazione e stimolando la fantasia attraverso l’ascolto di favole, canzoncine e filastrocche.